Politica estera e aiuto allo sviluppo

Ci son cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per poter continuare a guardare negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli
Generale Carlo Alberto dalla Chiesa

Europa, Helvetistan, Rivoluzione araba

In un dibattito sui rapporti concernenti la politica estera e i nostri rapporti con l’Europa, sono brevemente intervenuto su questi tre temi: temo che con l’Europa capiterà quanto successo con il segreto bancario (non è negoziabile diceva ancora non tanto tempo fa il Consiglio federale…); la Svizzera è alla testa di un gruppo di voto alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale che comprende diversi paesi guidati da dittatori che calpestano le libertà e si arricchiscono spudoratamente a scapito del loro popolo; esprimo pure sconcerto per la richiesta di un dibattito d’urgenza per una eventuale invasione di profughi arabi, senza nemmeno esprimere simpatia per questi movimenti che aspirano a conquistare le libertà che sono alla base della nostra democrazia.Intervento de 2 marzo 2011. Alcuni commenti hanno ripreso le mie critiche concernente il nostro gruppo di voto: Le Temps de 3 marzo, Le Matin Dimanche del 6 marzo, il Tages Anzeige del 7 e ancora Le Temps e l’Hebdo del 10 marzo 2011.

Quanti soldi per i paesi poveri ?

Il Parlamento è stato chiamato a decidere l’importo da dedicare all’aiuto svizzero allo sviluppo. Il Consiglio federale proponeva di rimanere ai livelli precedenti. A nome della mia commissione abbiamo chiesto di passare dal 0,4% del reddito nazionale al 0,5%: con successo. Mio intervento introduttivo del 17 settembre 2008.Sul significato del voto, vedi anche l’intervista sul Corriere del Ticino del 19 settembre 2008. Il Consiglio degli Stati si sono pronunciati per l’aumento al 0,5%. Mio intervento del 9 dicembre 2010. Finalmente anche il Nazionale si è allineato su questa posizione nel corso della sessione primaverile del 2011.